Chablis AOC

La regione dello Chablis pretende molto dalla vite e dai suoi vignerons: l’inverno è molto rigido, e se l’estate con i suoi calori aiuta la maturazione delle uve, è la primavera la prova più dura dell’anno, con temperature sotto lo zero fino a maggio. Qui entra in gioco l’astuzia dei vignerons, che ricorrono a pratiche artigianali per proteggere le viti dal gelo: annaffiando le viti con acqua che, gelando, imprigionerà i germogli nel ghiaccio isolandoli dalla basse temperature, o accendono le stufe nei vigneti per scongiurare le gelate notturne.

L’unico vitigno è lo Chardonnay, che qui viene chiamato Beaunois, coltivato sui pendii della valle del fiume Serein, ricchi di fossili di ostrica e calcare Kimméridgien. In questa combinazione di clima e terroir, il vitigno francese più coltivato al mondo trova un modo unico di esprimersi ed essere riconoscibilissimo in un oceano (di vino) pieno di Chardonnay. Perché non solo esprime la sua tipica identità aromatica, ma fa della mineralità e della freschezza le fondamenta di questa Aoc, facendo da interprete a questo territorio.

Frédéric Prain, ex ingegnere di Parigi, acquistò il Domaine d’Elise nel 1982, senza sapere assolutamente nulla di vinificazione. Ci troviamo nel comune di Milly, alle porte di Chablis: con i suoi 13 ettari, il vigneto del domaine si sviluppa in un unico appezzamento attorno alla cantina di Frédéric, proprio sopra il vigneto Premier Cru Côte de Lechet, anche se le leggi sulla denominazione lo hanno diviso in due appezzamenti di Chablis Villages e Petit Chablis. Le uve, raccolte a mano a piena maturazione, vengono pressate e il loro mosto fatto fermentare in vasche di cemento. Segue poi la fermentazione malolattica e un affinamento sulle fecce fini per 10 mesi.

Questo Chablis ha ereditato tutto dal proprio terroir: freschezza e mineralità sono sorretti da una bella struttura, a cui si associano le tipiche note fruttate e agrumate dello Chardonnay, con una parte di erbe aromatiche estive. A tavola è incredibilmente versatile proprio per il suo carattere eclettico: la freschezza pulirà il palato da salse e cibi unti, mentre la mineralità e la delicatezza si accosta benissimo a tutti i tipi di crudità di mare. Noi, per non rinunciare a nulla, lo proveremmo con una zuppa di pesce o di vongole.